Disturbo del comportamento alimentare



Si intende un insieme variegato di disturbi correlati a condotte patologiche nell’alimentazione. Sono caratterizzati da una alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I comportamenti tipici di un disturbo dell’alimentazione sono: la diminuzione dell’introito di cibo, il digiuno, le crisi bulimiche (ingerire una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo), il vomito per controllare il peso, l’uso di anoressizzanti, lassativi o diuretici allo scopo di controllare il peso, un’intensa attività fisica. Alcune persone possono ricorrere ad uno o più di questi comportamenti, ma ciò non vuol dire necessariamente che esse soffrano di un disturbo dell’alimentazione. Ci sono infatti dei criteri diagnostici ben precisi che chiariscono cosa debba intendersi come patologico e cosa invece non lo è. Tra i più diffusi e conosciuti abbiamo l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating disorder.
Il disturbo alimentare è spesso associato ad altre patologie psichiatriche, in particolare la depressione, i disturbi d’ansia, l’abuso di alcool o di sostanze, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi di personalità. Possono essere presenti comportamenti autoaggressivi, come atti autolesionistici (ad es. graffiarsi o tagliarsi fino a procurarsi ferite, bruciarsi parti del corpo ecc.) e tentativi di suicidio. Questo tipo di disturbi occupano uno spazio molto particolare nell’ambito della psichiatria, poiché oltre a “colpire” la mente provocando una profonda sofferenza psichica, essi coinvolgono anche il corpo con delle complicanze fisiche spesso molto gravi.